Wednesday, April 11, 2007

DE VIRIBUS QUANTITATIS

DE VIRIBUS QUANTITATIS Y EL MARKETING AMERICANO SOBRE EL RENACIMIENTO UNIVERSAL

El 11 de Abril del 2007, leí un artículo en el País, donde en titulares se resaltaba "El texto de magia más antiguo del mundo"; de hecho según el artículo daba a entender, fue casi un descubrimiento histórico de un matemático estadounidense:

"El matemático estadounidense David Singmaster, famoso por haber resuelto el cubo de Rubik, consultaba hace unos años un manuscrito del siglo XIX en el que aparecía una referencia a un antiguo compendio de prestidigitación del Renacimiento. La pista le llevó a los archivos de la Universidad de Bolonia, donde halló el libro, que resultó ser el texto de magia más antiguo del mundo, De viribus quantitatis (Sobre el poder de los números), que contiene trucos de naipes y puzzles numéricos, y que ha permanecido almacenado durante 500 años..." ver artículo completo ir--

Si resolvió de la misma manera, el cubo de Rubik, todavía no lo he investigado... Pero mi curiosidad, espoleó el deseo por poder hojear el citado manuscrito, oculto a los ojos del común de los mortales por 500 años según El País y aunque el artículo es lo suficientemente ambiguo para no mentir, incita al error pensando que el tal "Singmaster" tiene más mérito, que el haber promovido la traducción y divulgación en inglés, por otro lado, de una obra bien conocida y analizada, además, de perfectamente expuesta por la Universidad de Bologna. Algo que no me fue difícil de descubrir después de una simple pulsación en google. Entre lo más explicativo, de algunos aspectos del contenido del manuscrito, estaría el siguiente documento pdf de Udine, Polo Rizzi, 5 marzo 2007 ir a enlace--

De hecho cualquier investigador serio, iría a la fuente que en modo digital, y cuyo link está disponible en este mismo blog, sin que exista ningún mérito por mi parte, a pesar que en el artículo español y británico, se insiste, en que para leer dicho manuscrito uno se tiene que desplazar al "Centro de Investigación de Artes del Conjuro" en New York, y así tener acceso a una copia allí guardada. ¡Viva la publicidad falseada para los promotores de la traducción!

Por supuesto el éxito de los americanos será el de vendernos la original Hamburguesa alemana, en centros de comida fastfood, sin la calidad de la original, ni el sabor, pero si por millones y traducida al inglés. Éxito, en sentido económico y para ellos, declive y fracaso de la alimentación mundial, según otra mirada más crítica.

Publicar un libro, en inglés, manuscrito por el autor Luca Pacioli entre el s. XIV y XV, es siempre motivo de satisfacción.

Pero el truco o ilusión, reproducido por la prensa española, supongo que copiando a la inglesa (ver artículo en The Guardian), de hacer ver que donde había 309 cartas originales, hay una recién descubierta, (mala o buena, veremos...) copia en Inglés, pues no ganaría un lugar en una versión actualizada del Viribus Quantitatis, de Pacioli, hacer magia con la historia, ya está muy visto, aunque solo quede de ella unos pliegos guardados por siglos, gracias a personajes menos mercantilistas; así que de descubrimiento ¡nada de nada!.

Sí, podría aparecer en un manual de marketing, sobre el cómo se venderán más libros a mejor precio, si haces que un matemático se disfrace de descubridor al puro estilo "Indiana Jones" de manuscritos olvidados en supuestas bibliotecas "El nombre de la Rosa", cambiando el látigo por un cubo Rubik.

Me conozco la película... pero no el precio, todavía... porque deberemos esperar al próximo año, para sumar más expectación al ¿500 aniversario? de un escrito que no sabemos cuando dejó de escribirse.

Pero como ejemplo, otro texto donde como reclamo publicitario se hacen menciones al manuscrito, tiene un precio de 99,95 dólares en Amazon.com, así que la traducción al inglés de nuestros magos yanquis de los negocios, seguro que no será gratis.


¡Abracadabra!

Rumifilo 12 Abril 2007

TEXTO DE LA WEB DE WWW.URILAND.IT enlace original ir--




Il De Viribus Quantitatis è un'unica copia manoscritta di Luca Pacioli, contenuta nel codice 250 della Biblioteca Universitaria di Bologna.
Il manoscritto di cm. 24 x 16,5 consta di 309 carte (pari a 618 pagine) delle quali 4-16 sono occupate dall'indice, le due seguenti dalla lettera dedicatoria, e le rimanenti dal testo.
Il codice è proveniente dalla biblioteca dell'appassionato bibliofilo Giovanni Giacomo Amadei (+1768) canonico di Santa Maria Maggiore di Bologna.
L'amanuense lascio' molti spazi vuoti per le lettere da alluminarsi, ma questa operazione non fu mai eseguita ed anche moltissime figure cui si fa riferimento nel testo in realta' mancano, rendendo a volte difficoltosa l'interpretazione.
Per questo motivo non ci sono pervenuti nè il nome del personaggio cui l'opera fu dedicata nè l'anno della sua composizione.

La lettera dedicatoria, fu gia' pubblicata da Baldassarre Boncompagni nel suo Bullettino vol.XII 1879, tramite questa, si puo' ipotizzare che il De Viribus fu compilato tra il 1496 ed il 1508 poichè si accenna alla edizione manoscritta della Divina Proportione del 1496 e non alla stampata. Il manoscritto fu completato certamente nell'arco di alcuni anni, difatti nel foglio 228v l'autore scrive di aver visto eseguire un certo gioco da un prestigiatore ebreo di nome U. Perulo il Primo Aprile del 1509.
Tale lettera è di non lieve importanza per le notizie che il Pacioli ci da' riguardo le sue opere.
La data di composizione della Divina Proportione è indicata nell'anno 1496, cosi' sarebbe venuta un'anno prima di quello desunto dall'edizione stampata del 1508.
Il Pacioli accenna poi ad altre due opere andate perdute:
La traduzione in italiano degli Elementi di Euclide ed un Trattato sul gioco degli scacchi che faceva parte di un lavoro più ampio che egli aveva intitolato De Ludis ovvero Schifanoia e dedicato a Francesco Gonzaga e a Isabella D'Este.
Esiste anche una lettera di suppliche che il Pacioli invio' al Doge di Venezia (che all'epoca era Leonardo Loredan) in data 29 Dicembre 1508 per ottenere il privilegio di stampa delle sue opere, fra le opere citate e' presente il De Viribus.

L'opera è divisa in tre parti :

Prima Parte Delle forze naturali cioé de Arithmetica

Seconda Parte Della virtu et forza lineale et geometria

Terza Parte De documenti morali utilissimi

La prima parte è certamente quella piu' importante per la storia della matematica , perchè costituisce la prima grande collezione di giochi matematici e problemi dilettevoli.
Qualche esempio isolato si ha nella letteratura matematica orientale e araba, e solo nel X secolo troviamo una prima collezione nell'opera di Alcuino, precettore di Carlo Magno, Propositiones ad Acuendos Iuvenes raccolta che ando' certamente per le scuole fondate da Carlo Magno e mise le basi di quelle questioni erratiche che trovarono posto oltre che nel Liber Abbaci di Leonardo Pisano detto Fibonacci, in altre opere manoscritte o stampate del rinascimento.
Gli storici ignorando l'esistenza del lavoro di Pacioli, hanno attribuito per secoli, il merito della prima raccolta di giochi matematici a Bachet di Mezierac col suo Problemes Plaisant et Delectable (1612) da dove hanno attinto gli autori successivi Van Etten, Ozanam, Alberti e via via tutti gli altri.
Pur non togliendo la priorita' della stampa al Bachet, questo merito va riconosciuto al Pacioli, nella prima parte del De Viribus, difatti sono riportati molti dei problemi trattati poi dal Bachet, come vedremo più dettagliatamente nei links dei singoli problemi.

Per i giuochi numerici della prima parte, utilizzo i risultati di uno studio fatto da Amedeo Agostini, Bologna 1925

Studiando la seconda parte, ho fatto alcune scoperte interessanti, sfuggite ai precedenti esaminatori.
Pacioli descrive una decina di giochi topologici. Vedi sopra, Seconda Parte (prob 106-116).
Questi giochi si credevano piu' recenti, si era a conoscenza di riferimenti compresi fra il 1550 ed il 1750.
In effetti, per la totale mancanza delle figure a cui si fa riferimento, l'identificazione di questi puzzles sarebbe stata possibile solo ad uno specialista del settore.













Vedi l'intero manoscritto
(see manuscript)
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Per ogni riproduzione del manoscritto, infatti, è indispensabile richiedere l'autorizzazione alla Direzione della Biblioteca Universitaria di Bologna



3 comments:

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